Tuffo nel passato con un Bel tocco di novità.
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Marcolino alle Antenne
uscita 5 gennaio 2024
Calogero, Danilo col figlio Marco, Raffaele e Xenia.
scrive Calogero:
Tuffo nel passato con un Bel tocco di novità
Non so se iniziare dalla fine o finire già con l’inizio. La cosa certa è che “in mezzo” è stata una bellissima giornata.
ECCCO L’INIZIO
L’appuntamento è alle 10 e con molta calma decido di controllare la moto alle ….9!
Sistemo il portacellulare, provo ad avviarla e tutto ok. Spengo, la butto giù dal cavalletto e …non parte più!
Subito parte la consultazione sulla chat …chiedendo aiuto e suggerimenti (grazie!!) e, alla fine, morsetto negativo batteria mollato!
DA QUI COMINCIA LA BELLISSIMA GIORNATA
Raggiungo Danilo col figlio Marco, oltre che Xenia e Raffaele.
La presenza femminile mi fa un po' strano… E’ la prima volta che mi capita e non mi limiterò con i commenti, in questo mio scritto, facendo finta che “la cosa è normale” , “siamo tutti uguali” e genderate del genere. No, voglio proprio sottolinearla questa bella occasione. …Una presenza femminile ha sempre portato grandi progressi civili nel branco di maschi….Non so se avete notato, ma a me sembra che lo Zio ultimamente abbia il completo più pulito :-D
Bruno è da un po' che non lo vedo….spero abbia cambiato profumo :-D
Basta con gli scherzi, veniamo al fatto serio: la prima long di Marco, 16 anni e con tanta voglia di endurare.
Danilo exRR, oggi DR, conduce il gruppetto, con obbiettivo giro Monte Genis.
La salita dalla cava di Sinnai direzione Serpeddì è andata tranquillamente e, diciamo, anche abbastanza spedita. Io mi sono improvvisato fotoreporter dell’uscita e …con la scusa, tiravo un po' per essere avanti a fare foto ;-).
Il fatto che per Marco sia la sua prima volta in direzione Serpeddì mi fa rifare quella strada coi ricordi della mia prima volta, col Tènèrè600….con Marco su XT600, stesso nome, carissimo amico delle prime avventure in enduro e viaggio in Tunisia. Indimenticabili. Tuffo nel passato.
Una prima pausa mi ha permesso, col permesso di Xenia, di provare la sua Husky 350. Bellissima. Erogazione docile, progressiva e generosa, con un settaggio ottimale di sospensioni, che sembrava di stare sul liscio. La mia Beta oggi è incredibilmente dura. Poi mi viene il dubbio: Federico, mio figlio, ci ha fatto cross l’ultima volta e avevo le sospensioni tutto chiuso! ….regolo e riparto…molto meglio.
Continuiamo tranquillamente sino al boschetto e da lì cerchiamo la via per il Genis…ma non siamo sicuri delle tracce e di ricordarci il giro. Tentiamo un paio di vie e girelloniamo in zona colline. Proviamo un paio di salite e discese pietrose, dove Marco ci regala tutto il suo impegno e la sua esultazione nel riuscire a superarle egregiamente.
Sulle colline di prateria è impossibile non lasciarsi tentare da aperture a manetta in fuoripista. E via un altro tuffo nel passato, quando raggiungevo quei posti con l’Hsky 125 e sgasavo a 360 senza fermarmi, grazie alla leggerezza…e qualche anno in meno .
Questa volta invece, tiro troppo, raggiungo il culmine della collina e, come ormai mi capita da quando sono “cresciuto”, penso: ma che c… stai facendo! Frena! Che non sai manco come finisce lì dietro!
Quindi, il posteriore va via…ma poi lo segue anche l’anteriore…piede destro a terra per sorreggere, ma, proprio quasi fermo……………………………ginocchio che molla: stock! Ummmmmhhhh, rumorino che conosco.
Ok. Tiro su la moto. Controllo. Si, si, deve essere qualche tendine/legamento laterale interno etc boh (non sono medico). Comunque mi è successo tanti anni fa, stessa maniera. Speriamo nulla di grave.
Noto che anche Raffaele si è lasciato trascinare in qualche sgasata e apprezzo la sua matura gestione della moto
Danilo e Xenia invece sembrano i tutori di Marco, e gli stanno vicino come a dire: tu non devi andare!
Ripartiamo e riesco, con un po' di dolore a proseguire.
Seguo il gruppo, ed ormai abbiamo deciso di conquistare le mitiche antenne di Serpeddi. Tappa inevitabile per il battesimo del nuovo endurista (poi, non so se hanno fatto già quello di MP…ma non mi hanno invitato, quindi niente regalo).
Su alle antenne c’è una brezzolina niente male e se anche Xenia provi a intavolare qualche racconto e simpaticissimo scambio, senza alcuna remora le diciamo che ne parleremo più giù, al riparo, in posto adatto a mangiarci il panino.
No, non è che volevamo essere scontrosi, ma qui comincia proprio a sentirsi il tocco femminile. Ecchecavolo. Vi ho tralasciato sin qui che ad ogni fermata era uno sviolinare di inni alla natura, al silenzio, alla pace, alla serenità, all’amicizia, etc etc….Ancora un po' e ad ogni pausa ci trovavamo col mazzolino di fiorellini di campo sul manubrio! Non siamo ancora pronti a queste cose!
Scendiamo verso Burcei e raggiunta la stazione di vedetta li vicino, ci sediamo sul lato riparato dalla brezza gelida a mangiarci il panino. Ora si, Xenia. Ti ascoltiamo!
E’ stato un piacevolissimo discorrere e mi son permesso, ora, di scrivere qualcosa “in più” perché ho visto che con Xenia e Raffaele ci siamo trovati veramente bene….cuoricini…
Riprendiamo la marcia con destinazione Il Frutteto, attraverso Burranca, e la strada la troviamo grazie e soprattutto alle indicazioni di Xenia (…che vergogna…meno male che guidava Danilo…io avevo il ginocchietto guasto e non potevo pensare…).
Bella stradina, un po' impegnativa in alcuni brevi tratti che hanno diverse volte messo alla prova il neo-Polveroso. Ma tutto ok. Bravo. Magari se papà te la sgonfiava un po' la ruota di dietro evitavi di scivolare ad ogni pendenza …ma certamente ti ha voluto allenare per bene. Bravo.
Altra pausa all’Albero delle Confidenze, così battezzato da Xenia, dove, ha detto lei, “ci si siede e si gode del silenzio e della natura, accompagnati da quattro chiacchiere con un amico“. Ci siamo girati da Raffaele e lo abbiamo guardato con compassione: che eroe! ….Più tardi, invece, qualche uccellino confida che è una tappa cara proprio a Raffaele
Comunque Xenia trova anche il tempo di aiutare Marco a controllare qualcosa della moto, mentre decidiamo il da farsi.
Torniamo all’enduro e facciamo sperimentare un saliscendi in tagliafuoco a Marco, previo sopralluogo del papà Danilo. Avuto il nullaosta, Marco, emozionato, ma già cosciente che “io lo posso fare”, esegue il passaggio con padronanza e scioltezza. Esultazione generale!
A questo punto, nessuno si è potuto tirare indietro a eseguire lo stesso passaggio…a parte Xenia che si attardava a rimettere a posto le pietre del sito della pace dei sensi.
Discesa sino al Frutteto, spedita e senza particolari note di riguardo.
Arrivo e birretta per me e Danilo, Marco birretta al limone …e …un bel tè caldo per Xenia e l’amico Raffaele!....ma ragazzi!!!! Ma sapete da quando è che desideravo un tè caldo d’inverno a fine giro??? Ed ho sempre avuto vergogna!!! Finalmente lo potrò chiedere anch’ioooooo!!!!
Ultima chicca della giornata: ma quando mai il Nonno o lo Zio hanno detto, salutandoci: “ops…mi sono messo già il casco e non vi ho manco baciato!”…Questa è la bellezza della presenza di una Donna!
Zio, Nonno…non pensateci minimamente, voi!
Dai, è stata una giornata particolare e bellissima. Che bella compagnia. Che bel giro. Scusate i toni di scherzo. Chiedo scuse anticipate a Xenia per le spiritosaggini, mentre, invece, mi complimento molto per la sua guida, sicura e senza esitazioni. Ma, da come ci avete raccontato tu e Raffaele, le due ruote non sono certo una vocazione da adulti. Alle prossime belle uscite e chiacchierate.
ED ORA LA FINE
Il mio ginocchio?....rientrato a casa ero molto stanco e dolorante. Ghiaccio e arnica (grazie Xenia dei suggerimenti, anche sulla dritta della pomata…che proverò)
Oggi ( 6/7 gen, ndr) molto meglio, anche grazie al tutore che avevo conservato. Speriamo passi presto.
Ciao a tutti.
Kalo
PS…riflessione dell’ultimo minuto: guardando Marco e la sua andatura e, a volte, la ricerca disperata di aderenza e motore, ho pensato che, forse, esiste uno strano incrocio di situazioni quando approcciamo questo sport. Si inizia con mezzi poco adatti a cui si chiedono risposte che non riceviamo e diamo tutta la colpa a noi stessi ed alle nostre ridotte capacità. Poi cresciamo, cambiamo mezzo e ci sembra di essere diventati bravissimi!...ma sotto il culo abbiamo qualcosa che risponde molto meglio alle nostre esigenze. Morale della favola: se riesci ad iniziare, sei a metà dell’opera …e l’opera sarà un’eterna incompiuta perché non termina mai la ricerca …Avanti tutta Marco, buon divertimento!
scrive Marco:
Report 5 gennaio 2024;
Piacere, Marco.
Questo è il mio primo report, perdonatemi errori vari.
Questa è stata la mia prima endurata seria, iniziata con un po’ di timore ma conclusa
splendidamente.
La giornata è iniziata dal benzinaio, dove ci siamo rinuiti tutti, dopo problemi vari e moto che
non si accendevano.
Siamo arrivati all’inizio del percorso, e subito mi sono trovato in difficoltà: tra l’ansia e il
passamontagna che mi copriva gli occhi ho fatto i primi km a velocità zero.
Dopo aver preso un po’ di confidenza con la moto (non facevo enduro da 2 settimane) è
proseguito tutto alla grande, paesaggi bellissimi e la strada era fattibile e anche divertente.
L’andamento era vario, con Calogero che sorpassava e correva come un matto, e Xenia e
Papà che erano costretti ad aspettarmi (mannaggia ai 125 4t).
Ci siamo fermati un attimo per bere e fare qualche foto.
Dopo essere salito in sella (con tutta la confidence possibile) ho iniziato ad accelerare il
passo e papà ha dovuto mangiare la mia polvere per un po’.
Obbiettivo: arrivare a Monte Genis!
Obbiettivo non raggiunto perchè abbiamo cambiato destinazione 700 volte e alla fine
abbiamo deciso di salire alle antenne.
In mezzo a tutti questi cambiamenti io ho fatto la mia prima salita seria, dove ho sfruttato tutti
i miei 15 cavalli per arrivare intero
Dopo essere saliti su alle antenne e aver visto quel panorama bellissimo, la fame iniziava a
diventare seria, e per il troppo freddo abbiamo deciso di fermarci in una stazione di vedetta
li vicino (chiusa purtroppo).
Qui su oltre a contemplare il panorama abbiamo pranzato e ci siamo riposati un po’, o
almeno i “vecchi” si sono riposati, io mi sono finto fotografo per documentare l’uscita
Da qui in poi ci siamo dati come destinazione Il Frutteto passando per Burcei, e dopo aver
sbagliato strada (e aver esplorato un po’ la zona) abbiamo iniziato la parte di enduro seria,
con passaggi stretti e pieni di sabbia di granito che unita alle mie gomme gonfie da strada
non hanno reso facile il passaggio.
In mezzo all’esplorazione abbiamo trovato un punto comodo per bere e riposare un attimo, e
dove ho compiuto la mia seconda salita seria (perdonate la foto sgranata, era molto più
ripida dal vivo)
Siamo ripartiti e ci siamo diretti verso Il Frutteto, cambiando ogni 5 km il paesaggio,
passando da strada asfaltata a sabbiolina a pietroni scivolosi, e in alcuni punti anche
sottobosco.
In quest’ultimo pezzo dove la strada era più pulita ci siamo potuti sfogare un po’ aprendo un
po’ il gas, fino poi ad arrivare a destinazione.
In conclusione è stato divertentissimo, e oltre ad aver visto panorami mozzafiato ci siamo
divertiti a chiacchierare tutti insieme, ottima compagnia.
Saluto Calogero, Xenia e Raffaele, che hanno reso questa uscita indimenticabile!!
scrive Danilo:
Marcolino alle Antenne 5/1/2024
Avevo parlato tante volte a mio figlio delle antenne di Serpeddì e di quanto fosse bello girare li su. E poi del
giro fino a monte Genis e rientro da Castiadas. Avevamo rimandato per giorni , prima per l’influenza e poi
per il lavoro. Poi la data: 5 gennaio 2024. Un giorno di ferie, il tempo promette pioggia, ma dal pomeriggio,
dai forse ce la possiamo fare, partiamo di mattina e ci facciamo solo rincorrere dal brutto tempo, ma non ci
prenderá. In chat propongo il giro, subito Xenia e Raffaele aderiscono e siamo in 4. Anche Kalo si prenota,
5. Forse Bruno (ma brunerá), forse zio (ma zierá), forse eravamo già certi che non sarebbero venuti, ma ci
avrebbe fatto piacere. Peggio per loro, si sono persi una splendida giornata, mite e senza pioggia, ideale per
un’endurata di fine vacanze natalizie.
Per me e Marco (mio figlio) ha un sapore tutto particolare. Primo giro long con tante incognite per il novizio.
Teso lui e teso io.
All’inizio gli sembra tutto difficile, è teso, lento e si stanca molto. Col passare del tempo, nonostante le
difficoltà aumentino, il suo avanzare si fa più sciolto e sicuro. Prova qualche piccola tagliafuoco e le fa
benissimo. La motina copia bene e, anche se con pochi cavalli, va dappertutto.
Arrivati in vetta decidiamo di non proseguire per monte Genis, ma di gironzolare attorno alle antenne, quindi
ci rilassiamo e proviamo qualche sentiero con qualche divagazione. Poi saliamo alle antenne. Breve pausa,
una caramella e due foto e poi decidiamo di puntare verso un punto per lo spuntino. Bella l’idea di Xenia di
fermarci alla vedetta. Chiacchiere e panini e cioccolatino finale. Poi decidiamo di scendere verso Burranca e
dopo qualche giro a vuoto troviamo la strada che da Burcei ci fa scendere lungo un bel parco giochi degli
enduristi.
Comincio a temere che per Marco le cose si facciano troppo serie, ma se la cava benissimo tra canali, gobbe
scivolose, tornanti in salita e discesa, pietre e pozzanghere. Arriviamo ad un cancello della forestale e
facciamo una pausa con tante chiacchiere e foto. Kalo propone a Marco di fare il pezzetto di tagliafuoco con
discesa e salita. Marco non si tira indietro e la fa in sicurezza. Bravo ????. Voglio provare anch’io la sua
motina, questa Aprilia RX 125 che è giusto un’endurina stradale entry-level, ma che pare che se la cavi
egregiamente. E infatti faccio discesa e salita in scioltezza , si percepisce l’agilità e la facilità di guida e il
motore tira bene.
Lo stesso passaggio lo rifacciamo tutti, ognuno con la propria moto, proprio come si fa al parco giochi. Poi
proseguiamo verso Burranca e la ss125. dove ci fermiamo al Frutteto, baretto dove si concludono i giri da
queste parti. Ancora due chiacchiere e il brindisi all’anno nuovo enduristico e poi ancora due chiacchiere con
altri due enduristi quartesi che si riposavano dopo le fatiche motociclistiche. Come al solito ci scappano
chiacchiere su chiacchiere di ogni genere, uno dei due aveva una curiosa fascetta di recupero con carrucola
sulla forcella, una figata. Mi immagino quanto possa essere utile se devi tirare su la moto da qualche
postaccio.
Poi di nuovo tutti con casco e guanti a puntare verso casa.
Che bel giro, che emozioni col bambino al seguito, che bel gruppo. Giornatona enduristica.
Un ringraziamento speciale a Kalo per il servizio fotografico e per i tanti suggerimenti e incoraggiamenti a
Marco.